In primo luogo siamo grati a don Adriano perché ci ha trasmesso un modo innovativo di vivere la fede in quanto laici: una fede dentro la storia personale di ciascuno di noi, in grado di indirizzare e ispirare scelte e azioni. Come conseguenza di ciò, ci ha sempre spronati a non guardare solamente a noi stessi, perché viviamo in una società e in essa, così come in una famiglia, c’è bisogno del contributo di tutti, ciascuno secondo le proprie possibilità e peculiarità. E in questa assunzione di responsabilità, ci ricordava di mettere al primo posto un solido radicamento in Dio, perché è questo a renderci capaci di stare dentro le situazioni, anche le più difficili.
Proprio perché riteniamo preziosa la sua eredità, abbiamo avviato un progetto di pubblicazioni con l’intento di raccogliere e far conoscere il suo pensiero ispirato ai principi della Dottrina sociale, e per questo adatto a tutti e in grado di ri-mettere al centro l’uomo e il suo vero bene, la sua felicità.
Non a caso il primo libro pubblicato (curato da Eliana Faccioli e con una prefazione dell’economista Marco Vitale, ed. Morcelliana) si intitola IL BENE CHE CI COSTRUISCE. UN CAMMINO AL CUORE DELLE VIRTÙ, e raccoglie le riflessioni con cui don Adriano presenta alcune “virtù” (speranza, giustizia, fortezza, temperanza e pazienza), definendole come pietre preziose che ci arricchiscono e ci rendono significativi per certe nostre qualità, e non solo per le nostre competenze. Virtù che, ci dice Don Adriano, hanno anche una ricaduta sociale positiva, perché fanno crescere persone affidabili, sulle quali possiamo investire perché portatrici di un pensiero che va oltre il loro interesse personale, che sono disposte a spendersi per un bene che magari neanche loro vedranno, “perché la vita è fatta così: una generazione lavora per preparare ad un’altra qualche cosa”.
Ed è proprio quello che lui ha fatto instancabilmente per noi per tanti anni: ha seminato, ha donato e si è donato per il bene di questa città, di questa Chiesa e di questa umanità. E di questa visione pensiamo ci sia una grande sete e un grande bisogno al giorno d’oggi.
Alberto Stizzoli
Presidente Fondazione Segni Nuovi