“Cooperatori e cambiamento” al festival DSC

  29 NOVEMBRE 2016
Le cooperative sono state protagoniste della seconda mattina di attività del Festival della Dottrina Sociale, con la tavola rotonda “I cooperatori e il cambiamento”, in cui alcuni rappresentanti di questo mondo hanno condiviso le proprie esperienze tra valori, peculiarità, criticità e problemi da risolvere.

Marco Ottocento ha raccontato il proprio operato all’interno di Valemour, il marchio sociale ideato dalla Fondazione Più di un Sogno Onlus di Verona per dare una reale opportunità di inclusione nel mondo del lavoro alle persone con disabilità intellettiva. In Valemour, i disabili dopo un’adeguata formazione, lavorano alla realizzazione di capi d’abbigliamento e accessori prodotti in edizione limitata. La vendita di questi manufatti, poi, consente di finanziare i percorsi formativi sostenuti dagli stessi partecipanti.

La cooperativa Cultura e Valori, invece, rileva scuole paritarie sull’orlo della chiusura sul territorio veronese, salvando posti di lavoro e mantenendo viva la tradizione educativa cattolica attraverso un’apertura al futuro. Damiano Ceschi, rappresentante di questa cooperativa, ha spiegato la forza del progetto di cui è parte, poiché l’educatore, nel momento in cui diventa cooperatore, avverte ancora più forte la responsabilità sull’ambiente di lavoro nel quale è inserito.

Al Festival DSC anche le banche possono raccontare storie di etica e cooperazione, in cui il profitto passa quindi in secondo piano. Un esempio è stata la Banca di Credito Cooperativo di Napoli, guidata da Amedeo Manzo, che ha scelto di aprire un istituto di credito cooperativo in un territorio difficile come quello campano, dove da più di cento anni non esisteva una realtà simile. La vera sfida, ha raccontato, è stata fidarsi e concedere il credito alle persone comuni. Secondo Manzo, in qualsiasi realtà imprenditoriale la chiave di volta è stare in mezzo alla gente e ascoltare le persone e, nel caso delle banche, devolvere parte degli utili in beneficenza e reinvestirli sul territorio.

Di territorio ha parlato anche Luca Rigotti della Cantina Mezzacorona, spiegando come questa realtà abbia messo insieme 86 cooperative agricole per promuovere nel mondo il Trentino. Attualmente Cantina Mezzacorona conta 1600 soci viticoltori, che coltivano 2800 ettari di vigneti in Trentino Alto Adige, operando con la massima attenzione al rispetto dell’ambiente e adottando le tecniche più innovative per la sostenibilità e la salubrità dei prodotti.

Durante il confronto si è parlato anche del ruolo delle donne all’interno del sistema cooperativo; in particolare Barbara Trebbi, membro della commissione nazionale donne dirigenti di Confcooperative, ha spiegato come una crescente percentuale di donne stia occupando posti di lavoro nelle cooperative italiane. Secondo la Trebbi, le donne hanno un ruolo propulsivo e per questo occorre incentivarne l’assunzione attraverso percorsi che includano la famiglia e il lavoro, con un sistema di welfare aziendale. In chiusura, Marco Venturelli, segretario generale di Confcooperative ha indicato la strada da percorrere in questo momento: «dobbiamo misurare lo stato del benessere – ha commentato – non il livello del Pil».

Da sempre grande attenzione da parte di Cattolica è riservata al mondo della disabilità. Con “Dopo di noi” si vuole dare una risposta alle preoccupazioni dei familiari di persone disabili. Infatti, come testimoniato anche da Roberto Speziale, presidente dell’Associazione famiglie disabili intellettivi e relazionali, e padre di un ragazzo affetto da sindrome di down, emerge oggi il bisogno di sapere cosa ne sarà di queste persone non autosufficienti se chi si occupa di loro dovesse venire a mancare.

Per fare fronte a questa necessità reale, Cattolica ha ideato una polizza, “Dopo di noi” appunto, rivolta a chi vuole accantonare risorse per il sostegno futuro del proprio familiare affetto da un’infermità mentale. Attraverso versamenti flessibili, sarà dunque possibile accumulare un piccolo capitale (riscattabile già dal secondo anno), annualmente rivalutato e garantito al 100% (in sostanza, il capitale può solo crescere e mai diminuire). Grazie a questo progetto, quindi, se la persona assicurata dovesse venire a mancare, o fosse vittima di incidenti o malattie debilitanti, il parente disabile beneficiario avrebbe una sicurezza economica su cui contare, frutto dell’ultimo gesto d’amore dei propri familiari.

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