Orlando Todisco, Dal diritto al dono. Oltre i nodi problematici della cultura moderna

15 LUGLIO 2014
Orlando Todisco è ben conosciuto nell’ambito accademico e, in particolare, per i suoi numerosi studi filosofici e teologici sul pensiero francescano.

E’ docente di storia della filosofia medievale all’Università di Cassino e di filosofia francescana al Seraphicum di Roma. Nei suoi numerosi saggi sulla “fecondità del pensiero francescano” non ha cercato solo di riabilitare nella storiografia medievale la Scuola del pensiero francescano, rimasta per lungo tempo all’ombra della linea culturale egemonica averroistico-tomista, ma più in generale è risalito alle radici dei nostri errori moderni, di cui la ragione scientifica e tecnologica ne è la conseguenza più evidente.

Dentro a tale quadro di dominio razionalistico assume peso e significato il superamento della contrapposizione tra l’individualismo e il volontarismo, che dipende dalla libertà creativa, la quale, partendo dall’assoluta libertà di Dio, sommo bene, discende nell’essere umano, imago Dei, piccolo sì, ma con grande capacità di accogliere il dono divino e, a sua volta, di donarsi in libertà. Avendo in Dio la sua origine e la sua ragion d’essere, la libertà umana è un riflesso della libertà divina, e quindi una libertà donata, che cresce a mano a mano che si sviluppa la capacità di prendersi cura dell’altro, e anticipa nel tempo la somiglianza di se stesso a Cristo.

Per il pensiero francescano, infatti, è l’amore l’anima del tempo, sia come fonte ispiratrice e sia come ragion d’essere finale. “L’uomo è creato perché ci sia l’inizio” (Agostino, De civitate Dei, XII, 21) e da quell’inizio nasce la storia. Tempo profano e tempo salvifico sono distinti e insieme inseparabili, come la città di Dio e la città dell’uomo.

Come coniugare individualismo e volontarismo – si chiede l’autore – senza contrapporli? La risposta, complessa e dettagliata, si può sintetizzare così. C’è uno spazio, discusso e indeterminato, un punto nella coscienza dell’uomo che non è ben compreso, ma solo intuito: tale spazio è, appunto, la libertà creativa, forza propulsiva della proposta storico-teologica francescana, che rappresenta nella cultura contemporanea lo spazio di un dialogo fruttuoso.

E’ vero che il pensiero moderno pare distante da questa visione: l’antropologia moderna si fonda sull’individualismo, il pensiero francescano sul personalismo; il primo è segnato dal primato della ragione, il secondo dal primato della volontà, forma della libertà; il primo fa riferimento ai diritti individuali, il secondo al dovere di moltiplicare gli spazi della reciprocità e della convivenza.

Come trovare un punto di mediazione?

L’assunto è ancora la libertà/volontà, che per un verso, aiuta a mettere in luce il nucleo fondamentale del pensare occidentale, per l’altro verso, sollecita un nuovo stile di pensiero, che riconosca il valore fondamentale della libertà della persona, la cui negazione o limitazione in nome di una pretesa uguaglianza sociale, riduce o addirittura distrugge lo spirito individuale di iniziativa. Difatti, solo in regime di libertà esso può crescere adeguatamente.

Dio, con un atto libero d’amore, ha chiamato all’esistenza l’uomo, dando inizio al tempo e alla storia, nella quale egli, in relazione con gli altri fratelli, cerca di creare le condizioni sociali necessarie affinché ognuno possa svilupparsi come persona libera, creativa e responsabile. Il bene comune non si promuove con l’assistenzialismo, né tanto meno con individui passivi e pigri, ma con persone attive, intraprendenti, che rispondono al dono ricevuto, mettendo le proprie qualità al servizio della collettività. Nato come dono, l’uomo è chiamato alla donazione, alla gratuità ed alla fratellanza.

Nell’attività civile, nell’attività politica, nell’attività sociale, è il tempo che governa gli spazi, che li illumina e li trasforma. Dio si manifesta nel tempo ed è presente nei processi della storia. Quindi, dobbiamo avviare processi, più che occupare spazi.

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